Bio

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No Funny Stuff nasce a Roma nel 2014 dall’ incontro tra Mike Botula, bassista californiano di scuola punk-rock già leader degli “inbred knucklehead” con cui ha calcato palchi internazionali tra cui quello dello Sziget Festival 2014 e Giuseppe Cassa,  chitarrista soul-blues molisano con esperienze in formazioni dai generi più disparati, e soprattutto appassionato di jug band e strumenti fatti in casa, che lui stesso si diletta a ideare e costruire.

Busking - Mike and Peppe Cash

Al gruppo si unisce il contrabbassista italo-svizzero Gabriele Hintermann, proveniente dagli “Errichetta Underground”, band di musica balcanica coi quali ha partecipato a diversi festival italiani ed europei.

Busking - Peppe Pè and Gabbo

Ora mancava solo la sezione ritmica, e Giuseppe pensa subito a un suo vecchio coinquilino dei tempi dell’università che non disponendo di una batteria suonava su pentole e padelle, chi meglio di lui per una jug band! Ed è così che si unisce alla band Giuseppe Petti a cui affidano il washboard e altre percussioni fatte in casa completando finalmente la lineup.

Il Gruppo rispettando la tradizione delle jug band inizia ad esibirsi come buskers nelle strade di Roma, attirando immediatamente la curiosità e l’entusiasmo del pubblico. In breve la voce si sparge e iniziano ad arrivare numerose richieste dai club capitolini e non solo, e inviti a partecipare a diversi festival.

Particolarità dei No Funny Stuff oltre al sound, un mix di generi che richiama atmosfere vintage, sono gli strumenti utilizzati, Washboard, cigarbox, seghe, innaffiatofono e altri curiosi aggeggini autocostruiti usando oggetti recuperati in cucina, in garage o dal ferramenta.

Ace-Tone Tin Can Guitar       Sega Musicale        Washboard e altre ferraglie         Innaffiatofono/Wathering Can-o-phone

In un periodo storico in cui tutto è dominato dalla tecnologia, e in cui con l’aiuto di un PC e del giusto software è possibile generare suoni, emulare strumenti reali e addirittura sostituirli eliminando e rimpiazzando sinteticamente la figura dello strumentista, i No Funny Stuff vanno alla ricerca della parte più animale, più umana della musica, cercando di far emergere quello spirito da bambino curioso che porta un musicista a picchiettare a ritmo su qualunque cosa, a soffiare dentro ogni tubo che possa produrre un suono, a pizzicare qualunque filo elastico per vedere che nota produce, in pratica a trasformare in uno strumento musicale anche oggetti nati con tutt’altro scopo, perchè si può vivere senza strumenti, ma non senza musica.

Ci sono due cose che le macchine non possono replicare: il tocco e gli errori. Col tocco possiamo migliorare, ma di inperfezioni ne facciamo tante, e ci piace conservarle per ricordarci che siamo umani e che la nostra musica è “fatta a mano”.